giovedì 21 novembre 2013

RACCONTO DI NATALE

Questa fiaba è scritta al presente, perché la notte di Natale continua ad accadere...
E' stata scritta per spiegare qual'è la vera storia dell'angioletto che sta sopra la capanna nel presepe, ed è stata scritta anche per sentirsi meno tristi, quando qualcuno che amiamo diventa un angelo...
PER TE LARA

  1. le nuove ali
 Quando un nuovo angelo arriva in paradiso, non sa ancora di esserlo: per lui è tutto nuovo, da conoscere…
Prendete quello lì, ad esempio: si sta guardando lentamente in giro, in mezzo a tutto quel bianco ovattato, che però non sembra proprio nebbia…
«MAH… MI TROVO QUI… NON SO BENE…MI HANNO DETTO DI ASPETTARE,CHE MI DIRANNO COSA FARE…COSA DEVO FARE?» pensa l’angelo tra sé, allargando le braccia.
Non ha parlato, ma una voce gli risponde lo stesso: «devi indossare le ali nuove»
Sollevato, l’angelo ribatte: «Ah ok bene, finalmente … dove? Queste qui sul tavolo?»
L’angelo le ammira: sono bellissime!
Poi prova le ali sulla pancia, sul petto, sulla bocca, in testa, starà facendo giusto? Alla fine capisce come indossarle correttamente, ed orgoglioso inizia a canticchiare tra sé e sé, provando un po’ come funzionano:

Queste ali strepitose…
Sanno fare molte cose !
Prima avanti e poi indietro,
(Questa piacerà a san Pietro!)
Prima su e dopo giù,
(Questa piacerà a Gesù!)
Prima a destra poi a sinistra,
Ops… che vado fuori pista!

L’angelo ora si ferma, soddisfatto della danza improvvisata, e si guarda di nuovo in giro:
«E ADESSO, COSA DEVO FARE?» chiede nuovamente.
La stessa voce prontamente risponde: «Visto che sai cantare, vai dai cori angelici!»
L’angelo, svolazzando con le sue alucce in modo piuttosto impacciato, arriva in un posto molto ampio, molto luminoso: e si accorge subito c’è una cosa, così intensa …
«E’ PACE» dice il suo vicino, sorridendo.  L’angelo ricambia spontaneamente il sorriso, e si sente improvvisamente luminoso: infatti, tutti di botto si zittiscono e lo guardano, tutti (saranno centinaia, migliaia) sorridendo.
« Sei il benvenuto, ti aspettavamo» lo guarda tranquillo l’altro vicino.

Il canto finisce, l’angelo è contento di aver partecipato ai cori angelici:
«E ADESSO COSA DEVO FARE?» chiede di nuovo.
La voce, ormai familiare, suggerisce pronta: «devi andare sulla stella cometa
Il nostro angioletto di nuovo fa la faccia spaesata… meno male che ce n’è uno, invece, che sembra sapere tutto, e dirige le operazioni:
« Allora è chiaro per tutti? Si sale sulla scia della stella e si arriva fin sopra la capanna, si inizia a cantare appena arrivati là …» le indicazioni sono molto sintetiche, tanto tutti sembrano sapere.
Anche il nostro angioletto, in effetti, si rende conto di sapere: ad esempio, come agguantare uno dei fili brillanti della coda della stella, proprio ora che sta passando! Salirci sopra invece è un po’ più complicato:
«queste ali… non riesco ancora ad usarle bene…» brontola sottovoce.
«Non preoccuparti, ora goditi il panorama! » gli strizza l’occhio il suo vicino,  mostrando con un gesto il cielo intorno, da togliere il fiato!
 Mille stelle scorrono di fianco a loro, brillano felici e salutano, sembrano affidare loro un messaggio…
«Tutte vogliono essere lì stanotte, più splendenti che mai, e noi stiamo su quella più splendente di tutte! » Spiega, con malcelato orgoglio, lo stesso di prima.
«Lì dove?» chiede il nostro angioletto, impegnato a bilanciarsi con le sue ali, per non cadere dal suo filo di brillanti… ah ecco, si tratta di quella capanna!


  1. la capanna e il piccolo bambino
 « Ma… ci siamo fermati? E adesso? COSA DEVO FARE?»
La ormai nota, amorevole voce, gli parla: « Ora sei arrivato, devi cantare per il piccolo bambino!»
«E dov’è questo piccolo bambino? » chiede il nostro angelo, sporgendosi curioso dalla stella: si sporge un po’ di più, un po’ di più….  

BAM !!!
Un rumore secco, e la voce sembra preoccupata: « Cosa è successo?» chiede.
 Il nostro angioletto si vergogna, risponde confuso: «sono cascato sulla capanna e… ho fatto un buco nel tetto…»poi abbassa lo sguardo e, proprio attraverso quel buco, vede un piccolo bambino… ma non lo ha spaventato, anzi! Sente gli occhi del piccolo su di sé, e poi…  «IL PICCOLO BAMBINO STA SORRIDENDO! L’HO FATTO RIDERE, NON L’HO SPAVENTATO! MENO MALE…»
Il nostro angelo si sente illuminato da quel sorriso e canta, canta con tutta la voce che ha, canta la bellezza di quella notte e di quell’incontro… tutti lo stanno ad ascoltare, e la voce dolce che lo ha accompagnato finora, gli sussurra nell’orecchio:
 Quest’anno tocca a te, angelo bellissimo,
    il posto speciale più vicino a Gesù!